03 giugno 2015

La Svizzera dice no al riciclaggio, forse.

 

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La Svizzera oltre ad essere famosa per il cioccolato, per le sue banche e per la sua riservatezza, è la sede di una delle fiere d’arte contemporanea più importanti del Mondo, Art Basel ed è anche al sesto posto per le aste. Strano che proprio non figuri nessun grande collezionista residente in Svizzera, secondo la famigerata Larry’s List. 
Dopo la faccenda che ha visto implicato il mercante d’arte Yves Bouvier di Ginevra, accusato di aver truccato i prezzi delle opere da molti suoi clienti, la Svizzera decide di pulirsi la coscienza e l’immagine e mette un paletto alle transazioni che avvengono all’interno del Paese. A partire dal gennaio 2016 infatti, la cifra massima in contanti accettata sarà 100mila franchi, poco più di 100mila euro. Il resto dovrà essere pagato tramite carta di credito oppure dovrà essere data prova della provenienza legale del denaro. Tutto questo per evitare che il Paese, ed il mercato dell’arte in generale, diventino ancora di più luogo di speculazioni e di riciclaggio di denaro. Certo la quota limite è decisamente alta, molto più alta dei 7mila e 500 euro fissati dall’Unione Europea o dei 10mila dollari stabiliti dagli Stati Uniti per i beni culturali, e influirà solo sul mercato medio alto.
Pur non essendo una legge per i beni culturali, questo cambiamento, sebbene lontano dall’essere rivoluzionario, modifica la percezione che si ha della Svizzera e rende meno opaco il mercato dell’arte. (Roberta Pucci)

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